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Visualizzazione dei post da agosto, 2019

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Immigr-nation

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Rocky una lacrimuccia me la fa sempre versare.  La poetica decadente di un film che ha avuto il coraggio, al pari della “Febbre del sabato sera”, di mostrarci la vita suburbana nelle periferie delle metropoli. Prima di diventare epopea yuppie e filorepubblicana in tipico canone 80s Rocky I, Il e la SatNightFever dipingono il vero “sogno americano” dove i protagonisti sono rozzi figli di immigrati italiani ai quali, nonostante l’evidente ghettizzazione, è stata data una possibilità. Gli USA senza gli ignoranti, spesso delinquenti e cafoni italiani non sarebbero la nazione che si vantano di essere. Stallone e Travolta, Rocky e Manero.  E poi Coppola, Di Caprio, Marciano, Sinatra, Di Maggio, Giuliani, Ciccone, De Niro, Scorsese, Capra, Buscemi, Belusci... ma anche Capone, Ponzi, Gotti, Luciano, Merlino, Gambino... f igli di immigrati.

IL PRINCIPE DI SOLOMEO, L'IMPRESA UMANISTICA DI BRUNELLO CUCINELLI - Rebecca Mead - The New Yorker USA

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La prima volta che sentii parlare Brunello Cucinelli della sua omonima azienda, fiore all'occhiello del vero Made in Italy, restai folgorato, letteralmente. Cercai quante più notizie potevo e sentii il viscerale bisogno di far parte di quell'impresa. Quando sento questi bisogni acquisto dall'azienda ma, valutato il prezzo dei suoi capi, mi costò molto meno comprare un piccolo pacchetto di azioni; le quali nonostante l'orrendo periodo borsistico italiano, negli anni dello spread pazzo, con mia sorpresa, si rivalutarono. E' un uomo talmente carico di entusiasmo e buoni propositi da sembrare talvolta una caricatura. Erede di illuminismo imprenditoriale di Olivettiana memoria, appassionato divoratore di libri (ne dichiara circa 12 a settimana acquistati, regala libri ai dipendenti e il dono di nozze alle figlie per il matrimonio sono stati 1000 libri a testa), si definisce Benedettino e "custode". Di seguito traduco un bellissimo (e disincantato) articolo ap

GIUDICARE GLI ALTRI PER CAPIRE NOI STESSI - Oliver Bukerman - The Guardian UK

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L’ultima moda nelle relazioni sentimentali, secondo il New York Times, è quella delle "unimoon" (luna di miele in solitaria), coppie che si sposano e poi vanno in vacanza separatamente.  Come altre tendenze in fatto di stili di vita (qualcuno di voi è mai davvero stato alla festa in cui si rivela il sesso del nascituro?) non è chiaro se la cosa sia davvero, appunto, una tendenza diffusa.  Come ha spiegato un novello sposo: “ Nessuno dei due voleva essere nello stesso posto dell’altro ”.  Chiunque parli  onestamente  della propria relazione  a lungo termine  ammetterebbe che, di tanto in tanto, simili pensieri si manifestano.  Ma appena sposati? È difficile non chiedersi se il desiderio di andare in unimoon non sia un segno dell’opportunità di rimanere lontani dal proprio partner per un periodo anche più lungo; per sempre, ad esempio.  Ma esprimere simili punti di vista, al giorno d’oggi, significa rischiare di macchiarsi del moderno peccato di “giudicare le r