Marchionne

Una grande fortuna che ho avuto è stata quella di conoscere, senza vincoli di subordinazione, attraverso i miei lavori, un numero importante di grandi e piccoli imprenditori, manager e professionisti. 

Alcuni discutibili e privi di fascino altri persone che ho ammirato nel profondo e che mi hanno lasciato tanto. Di diverse generazioni; dissimili tra loro, fisicamente, filosoficamente, persino politicamente. Alcuni in grado di comunicare solo in dialetto, altri di cultura infinita ma (quasi) tutti molto intelligenti. Ognuno con la propria, talvolta incredibile, storia; ognuno con una naturale e comprensibile ego(azienda?)-centricità. Indefessi lavoratori ma spesso disinteressati ai soldi - che sono stati conseguenza naturale e, forse, spinta solo iniziale.
Ho pensato spesso al grande Beppe, ormai 84enne e che ogni mattina alle 5.30 ha la sveglia per andare a lavorare le sue 8-10 ore, ferie pochissime. E' socio fondatore e grande azionista di un'azienda leader mondiale e buona parte del suo lavoro, una volta fatte soffrire le banche con trattative estenuanti, sta nel fare l'operaio nella sua azienda. L'ho visto superare collassi, un paio di tumori e diverse malattie. Quando un tale gli disse: "i tuoi soldi se li godranno i tuoi eredi" lui rispose: "che i sa ya godes ma recordet che lur a spender i me solch i sa deertesarà mia come me ma so deertit a fai"*

A loro pensavo quando leggevo su Facebook commenti e status di persone gaudenti per la triste fine di Marchionne, persone che pure conosco e che, a parer mio, valgono poco e che, sicuramente, con la loro dipartita non influenzeranno la borsa internazionale, non verranno studiati ad Harvard, non salveranno aziende e posti di lavoro, non mi renderanno orgoglioso della nostra piccola grande nazione. Mi sarebbe piaciuto conoscerti, Sergio.

*che se li godano ma ricordati che loro a spenderli non si divertiranno come io mi sono divertito a farli