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IO LE PUNTURE NON LE VOGLIO FARE!


Image result for doping“Io le punture non le voglio fare” dissi al medico che semplicemente mi voleva prescrivere della VitB12. 

“Se non vuoi fare le punture allora smetti di correre in bici” rispose.

E così feci.

Primo anno da Under23 anno 1997 - il trionfo dell’Epo.

Corridori che facilmente staccavo da Juniores mi davano minuti; gare da 150 km a 50.5 di media; in curva, in salita si doveva frenare e piegare; gente che ci ha lasciato le penne e altri finiti in comunità.
E per fortuna non esisteva Strava!

Dopo un periodo di rifiuto totale dell’ambiente e della bicicletta non ho potuto che ritornarvi. La passione, quella vera, non la puoi rovinare. Sono stato poi dirigente molti anni e ho visto con i miei occhi una progressiva pulizia dell’ambiente dilettantistico - ben lungi dal poterlo definire oggi “pulito” ma chi ha doti e si impegna può emergere (che tanto chi è pieno lo si vede a occhio nudo). 

Semplicemente lo si accetta, 
come si accetta che in ogni 
palestra ci siano dei rimbambiti 
che si gonfiano come palloncini 
a testo sterone e GH, 
come si accetta che 
IN OGNI SPORT PROFESSIONISTICO 
ci sia uso di sostanze migliorative di
prestazione o struttura fisica.

Comprendo e perdono chi nei 90s si piegò, non c’era alternativa. Io non ne avevo alcuna intenzione, forse anche perché, nella migliore delle ipotesi, sarei potuto diventare un gregario di seconda fascia e non certo un campione.

Ho assistito alla trasformazione delle
tecniche dopanti: 
se negli anni 90 la situazione era 
fuori controllo e alla portata di tutti
successivamente, per eludere i controlli,
le tecniche si sono raffinate. 

Oggi, nel professionismo post Ferrari/Fuentes, il “doping sicuro” è alla portata di pochi, costoso e da un miglioramento compreso tra il 2 e l’8% (nel ciclismo un abisso, in altri sport è un miglioramento insignificante - ma negli altri sport i controlli non li fanno pertanto ale!!!).

Ovviamente in ambiente amatoriale e dilettantistico la situazione è più complessa. Per fare la differenza basta poco; anche lontano dalle gare e il miglioramento può essere compreso tra il 5 e il 25% - tralasciamo il motorino perchè quello è proprio da ultra falliti.

Resto basito 
dal fatto che ci sia qualcuno, 
tanto sbruffone e idiota 
da doparsi a ridosso delle gare.

Fortunatamente c’è l’età a controbilanciare perché i nodi vengono al pettine… e allora il palestrato gonfiato si trova a 40 anni con le tette cadenti, il triatleta XXenne perde un ginocchio, il ciclista XXenne si trova con le vene da sgorgare. E, più in generale, le sostanze fanno sempre meno effetto rispetto un allenamento costante, una passione costante e uno stile di vita adeguato. Ci avete solo rubato i sogni giovanili e, vedendo dove siete finiti, vi ringrazio. E’ stata esperienza formativa: ho potuto fare molto altro mettendo la grinta acquisita in bici in ambienti lontani dalla bici.

Alla lunga, sono le doti fisiche 
- e di testa - che premiano. 
La passione verso lo sport paga non 
quella verso il risultato. 

Per questo abolirei le inutili e “medio-cratiche” classifiche di categoria che hanno solo lo scopo di dare un rinforzo positivo al pagatore - “campione provinciale affiliato ACSI prima di ottobre, categoria master1, panettieri full time con figli a carico e moglie”, dai per favore.

Quando mi lamentavo del fatto che faticavo a finire le corse incolpando il doping mio zio era solito dirmi:

“solo i brocchi vedono dopati ovunque, allenati di più”

Solo oggi capisco quelle parole che ai tempi mi sembravano prodotte da qualcuno con i paraocchi.
Bisogna semplicemente pensare a se stessi senza guardare gli altri, impegnarsi e lavorare sodo che intanto la vita passa.
Alcuni di voi penseranno “negli amatori lo spirito non deve essere quello agonistico ma quello della passione”, “aboliamo le classifiche assolute”, "partenza alla francese".. io dico: “solo i brocchi pensano seriamente queste frasi”.
NOTA BENE: Essere BROCCHI non è questione di classifica, essere brocchi è una condizione umana. Ho amici che considero campioni nonostante arrivino in fondo alla classifica della corsetta perché ce la mettono tutta. Altri, che arrivano davanti, sempre insoddisfatti e infelici, li considero solenni brocchi. Sentitevi pure chiamati in causa.

L’agonismo è sano, muove il mondo - HUMAN RACE. Per riabilitarmi ho fatto qualche km in Brompton e pensate che non ci sia stato qualche pensionato sovrappeso che non abbia goduto nel superarmi?

Il miglioramento
alzare l’asticella propria, 
il mettersi in gioco. 
Questo muove il mondo, 
non il piazzamento di categoria. 

Se c’è chi imbroglia tanto peggio per lui. Non ricordo una singola uscita dai 3 anni (sul triciclo) in poi nella quale io non abbia voluto staccare qualcuno.

La salute mentale e la sportività 
sta nell’apprezzare e nel ringraziare
l’atleta che ci stacca perché ci 
ha fornito uno stimolo per migliorarci. 
Se invece ne fate una malattia 
il ciclismo non fa per voi, 
siete a rischio doping.  

Una delle mie prime GF (ovviamente SOLO LUNGHI) nel 2014 fu la terribile Pantani (Gavia, Mortirolo, Santa Cristina). Dopo il Santa Cristina la discesa era in comune con quella del Mortirolo. Ricordo che alla mia discesa dal Mortirolo venni raggiunto e superato dai primi che avevano già affrontato l’ultima salita. In sostanza un distacco di oltre un’ora. Ne fui strabiliato e assolutamente ammirato. “Come è possibile che un essere umano non professionista possa infliggermi un distacco simile? Io mi alleno il più possibile e non basta!”.
Fu un grande stimolo e oggi, nonostante l’invecchiamento, prendo pochi minuti dai primi.

Non c’è limite al miglioramento se non quello che avete in testa. 

In questi anni ho conosciuto persone pulite e fortissime… mi piace citare, tra le tante, Massimo Montagnini e Emma del Bono. Due incredibili atleti che si sono conosciuti nella nostra squadra e, inevitabilmente, si sono messi assieme. In questi giorni è nata la loro secondo genita. Non hanno bisogno di presentazioni e pedalare con loro è stato un onore e un insegnamento, la passione e l’amore vincono su tutto anche sul doping.
Emma era in bicicletta 3 giorni prima di partorire è in bicicletta oggi 3 giorni dopo il parto. Le GF le ha vinte tutte annientando avversarie (almeno una trovata positiva peraltro).

E a quelli di voi che pensano anche lontanamente di fare uso di sostanze per vincere la categoria alla corsetta del paese dico:

La merda non diventerà mai cioccolato anche se ci aggiungi un sacco di zucchero.




* I controlli sono pochissimi e dovrebbero aumentare. Non capisco perchè non vengano controllate tutte le GF indistintamente, il budget ci sarebbe. E oltre un certo numero di "punti" protocollo WhereAbout anche per gli amatori. Non c'entra il risultato, bisogna arginare il mercato che, dagli amatori, rischia di sfociare verso le categorie giovanili.

Commenti

  1. Condivido ogni singola parola.. Pur avendo avuto le tue stesse identiche esperienze (ho corso in tutte le categorie giovanili, interrotta l'attività da under 23 schifato da un ambiente epodipendente, ho ripreso nel 2004 a fare granfondo e mi sono divertito un sacco per 15 anni applicando alla lettera la mentalità che hai descritto), non sarei mai riuscito a spiegarle così bene come hai fatto tu! Oltre ad un ottimo ciclista sei anche un bravo scrittore! Complimenti davvero!

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    Risposte
    1. Ciao Matteo! Leggo solo ora, ti ringrazio. Per me sei un grande campione, è stato un piacere pedalare con te.

      Elimina

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